Glossario BDSM: Controllo dell'uso del bagno - FemDom il Regno

 
Ultimo aggiornamento 20/07/2020 10:05:02

Controllo dell'uso del bagno

In inglese: Bathroom control

Il controllo dell'uso del bagno e' un'insieme di pratiche finalizzate al dare al sub stimoli fastidiosi o dolorosi dall'interno, agendo sull'intestino oppure, piu' comunemente, sulla vescica. La finalita' e' quella di fare in modo di dare al sub la necessita' di evacuare, pur costringendolo a trattenere questo bisogno. Poiche' la capacita' di trattenere del sub e' vincolata in parte alla forza di volonta' del volerlo fare, nonche' dalla resistenza fisica dell'individuo, questo tipo di pratiche sono caratterizzate sia da aspetti fisici (il dolore) che psicologici (necessita' di trattenersi ed umiliazione qualora l'evacuazione avvenga contro la volonta' dell'individuo). Questa pratica e' diversa dal cosiddetto "Toilet training" il cui fine, invece, e' quello di insegnare al sub ad essere utilizzato come "gabinetto umano".

La stimolazione della vescica oltre ad essere una delle pratiche maggiormente diffuse, e' probabilmente anche quella piu' facilmente attuabile. L'ingestione da parte del sub di acqua o altre bevande agisce sull'attivita' dei reni che, di conseguenza, riempiono gradualmente la vescica. La capacita' della vescica umana e' approssimativamente pari ad un litro di acqua: riempiendosi essa genera prima una sensazione di necessita' di evacuazione che, se non assecondata, viene pian piano affiancata da dolore crescente. Il dolore aumenta proporzionalmente alla quantita' di urina in essa nonche' all'eventuale pressione che si applica dall'esterno, voluta (premendo con una mano) oppure dettata dalla posizione (per esempio, seduti chini). La quantita' di urina che viene prodotta varia a seconda delle bevande assunte dal soggetto. Si puo' ridurre i tempi di riempimento della vescica richiedendo al sub di ingerire quantita' di acqua elevate (1-2 litri in breve tempo), acqua con effetti diuretici o birra. Quest'ultima agisce con particolare intensita' sull'attivita' dei reni. Il controllo della vescica e' una pratica che non comporta rischi se praticata con attenzione e soprattutto se non e' frequente. Portare la vescica ad una condizione di dilatazione con troppa frequenza puo' provocare infiammazioni ed altri fastidi.

In particolare, nell'uomo, gonfiandosi la vescica aumenta la propria pressione sulla prostata e sulle sacche che raccolgono i fluidi seminali. Non e' raro infatti che nell'uomo, in particolare durante i periodi di castita' forzata, il controllo della vescica provochi una lieve fuoriuscita di liquido seminale dovuto alla pressione che essa esercita sulle aree adiacenti. In combinazione con il controllo dell'evacuazione intestinale (descritto di seguito) si puo' verificare un fenomeno simile al milking spontaneo, tuttavia di intensita' abbastanza ridotta.

Il controllo dell'intestino e' del tutto simile al controllo della vescica descritto precedentemente, se non che i tempi con cui esso puo' essere messo in atto e' molto piu' lungo a causa della normale attivita' dell'apparato digerente. Considerando che il tempo di digestione medio di una persona sana si aggira attorno alle 8 ore, si puo' calcolare che il controllo dell'intestino si puo' prendere in considerazione dopo 6 ore da un pasto abbondante. Quando il sub dimostra di avere la necessita' di evacuare, in alcune occasioni piu' estreme, e' possibile somministrare ad esso degli "acceleranti" per l'evacuazione. Tra quelli naturali il piu' comune e' il caffe', il quale aumenta la necessita' di evacuare dell'individuo incrementando l'intensita' delle contrazioni intestinali.

L'evacuazione in entrambi i casi puo' avvenire quando lo decide la figura dominante oppure, ovviamente, quando il sub non e' piu' in grado di trattenersi fisicamente. Imporre dei "blocchi" artificiali all'evacuazione (cunei anali, o sonde uretrali) possono incrementare l'intensita e quindi anche il dolore di queste pratiche, tuttavia dopo il loro utilizzo si consiglia di non praticare piu' questo tipo di attivita' per non causare danni gravi o irreversibili al fisico.

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