Sade nacque a Parigi. Suo padre era il Conte di Sade, fra i cui antenati fu addirittura la Laura cantata da Francesco Petrarca, moglie di Hugues de Sade. Sua madre fu Marie Elénore Maillé de Carman, che lavorava per la principessa di Condé, madre di Luigi-Giuseppe di Borbone-Condé.
Assunse il titolo di Marchese di Sade alla morte di suo padre, nel 1767.
Poco dopo il suo matrimonio (Nel 1763 sposò Renée-Pelagie de Montreuil, figlia di un ricco magistrato; da lei ebbe tre figli.) a quanto pare, iniziò a vivere un'esistenza scandalosamente libertina e abusò ripetutamente di giovani prostitute e di domestici di entrambi i sessi, in seguito anche con l'aiuto della moglie. Ebbe anche una relazione con la sorella della consorte. Seguì una serie di scandali e imprigionamenti, finché venne condannato a morte nel 1772, ma l'esecuzione venne sospesa.
Il marchese compì tra il 1772 e il 1776 ben due viaggi in Italia, entrambi motivati dalla volontà di abbandonare la Francia a causa delle condanne pendenti che aveva. Il primo viaggio fu di breve durata, mentre il secondo durò un'anno nel quale visitò tutto il nostro paese: Il ricordo di questo "tour" ci è stato trasmesso dalla narrazione redatta dallo stesso de Sade durante il viaggio. Il libro è intitolato Viaggio in Italia. Il testo non fu pubblicato dal marchese ma da Maurice Lever, il quale curò l'opera incompiuta a causa dell'arresto e della successiva prigionia del suo autore.
La madre della moglie ottenne una lettre de cachet e nel 1777 egli venne imprigionato di nuovo, nei sotterranei del castello di Vincennes. Lì incontrò il compagno di prigionia Conte di Mirabeau, anch'egli scrittore di racconti erotici; nonostante questo, i due si detestavano intensamente. Nel 1784, dopo un tentativo di fuga, de Sade venne trasferito alla Bastiglia di Parigi.
Si racconta che il 2 luglio 1789 abbia urlato dalla sua cella alla folla radunata fuori, "Qui stanno uccidendo i prigionieri!", causando una specie di rivolta. Venne trasferito al manicomio di Charenton-Saint-Maurice due giorni dopo (la presa della Bastiglia, che segna l'inizio della Rivoluzione Francese avvenne il 14 luglio). Venne rilasciato da Charenton nel 1790 e sua moglie ottenne il divorzio poco dopo.
De Sade aveva iniziato a scrivere in prigione. Nel 1782 completò Dialogo tra un prete e un moribondo, esprimendo il suo ateismo nel racconto, in cui il libertino morente convince il prete degli errori di una vita pia. Il racconto Le 120 giornate di Sodoma venne scritto nel 1785 e descrive una vasta gamma di perversioni sessuali eseguite su un gruppo di adolescenti ridotti in schiavitù.
Nel 1787 scrisse Les Infortunes de la vertu, una prima stesura di Justine che venne pubblicato nel 1791. In esso descrive le disavventure di una ragazza che continua a credere nella bontà divina nonostante l'evidenza del contrario: si tratta di un romanzo vòlto dunque a negare l'opera della Provvidenza divina. In Aline e Valcour (1795) pone a contrasto un brutale regno africano con un'utopica isola paradisiaca. Altre opere sono La filosofia nel boudoir (1795), Juliette (1798), e Crimini dell'amore (1800), cosi come diverse opere teatrali. La filosofia nel boudoir racconta dell'educazione lasciva di una ragazza privilegiata ai piaceri dell'età adulta.
Le opere di De Sade contengono descrizioni esplicite e spesso ripetitive di stupri e di diverse perversioni sessuali, molte delle quali prevedono l'uso della violenza e trascendono i confini del possibile. Egli disdegnava la chiesa e sostenne l'ateismo e il rigetto di tutte le regole etiche e morali, essendo il piacere il principio più alto.
Durante il suo periodo di libertà (a partire dal 1790), incontrò Marie-Constance Quesnet, una ragazza-madre della classe operaia; sarebbero restati assieme per il resto della sua vita. De Sade inizialmente si adattò alla nuova situazione politica, seguente alla rivoluzione, e riuscì anche ad ottenere diversi incarichi ufficiali, nonostante il suo retroterra aristocratico.
Sedendo in tribunale, quando la famiglia della ex moglie gli si presentò davanti, li trattò in modo favorevole, anche se avevano tramato per farlo imprigionare anni prima. Ormai estremamente obeso, venne anche eletto alla Convenzione Nazionale, dove rappresentava l'estrema sinistra.
Sconvolto dal Regime del Terrore del 1793, scrisse un ammirato elogio di Jean-Paul Marat per assicurarsi la sua posizione. Quindi si dimise dai suoi incarichi, venne accusato di "moderatismo", imprigionato per oltre un anno e sfuggì a malapena alla ghigliottina. Presumibilmente, questo episodio confermò la sua avversione di sempre per la tirannia di stato e in particolar modo della pena di morte.
Ormai ridotto in miseria, scrisse il pamphlet Francesi, ancora uno sforzo se volete essere Repubblicani, incluso poi nella Filosofia nel Boudoir nel quale, sulla base del materialismo degli illuministi radicali come Paul Henri Thiry d'Holbach e La Mettrie, sosteneva una provocatoria forma di anarchia repubblicana. In esso dichiarò che le leggi contro il furto sono assurde: proteggono il ladro originale, il benestante, contro il povero che non ha scelta se non quella di rubare. Egli argomenta anche che lo stato non ha diritto di mettere fuori legge l'omicidio, mentre allo stesso tempo ordina l'uccisione quando giustizia i prigionieri o combatte le guerre.
Nel 1801 Napoleone Bonaparte ordinò l'arresto dell'anonimo autore di Justine e Juliette. Senza processo, de Sade venne imprigionato nella dura fortezza di Bicêtre. Dopo l'intervento della sua famiglia, venne dichiarato pazzo nel 1803 e trasferito nuovamente nel manicomio di Charenton.
A Constance venne permesso di vivere con lui. Il direttore liberale di Charenton, Abbé de Coulmier gli permise e lo incoraggiò a mettere in scena diverse delle sue commedie, con gli internati come attori, per essere viste dal pubblico parigino. L'opera di Peter Weiss intitolata La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat è un resoconto di fantasia su questo periodo. Il racconto di Coulmier, che approcciava la psicoterapia, si attrasse molte critiche.
De Sade iniziò una relazione con la dodicenne Madeleine Leclerc a Charenton. Questa relazione durò per quattro anni, fino a quando de Sade morì, in manicomio, nel 1814. Il suo figlio maggiore fece bruciare tutti i manoscritti del padre non pubblicati; questi comprendevano anche l'immensa opera in più volumi Les Journees de Florbelle. De Sade venne sepolto a Charenton; il suo cranio venne in seguito rimosso dalla bara per investigazioni scientifiche.
Simone de Beauvoir ed altri scrittori hanno tentato di individuare tracce di una filosofia radicale della libertà negli scritti di de Sade, che precedeva quella dell'esistenzialismo di qualcosa come 150 anni. I surrealisti lo ammirarono come uno dei loro precursori e Guillaume Apollinaire lo chiamò "lo spirito più libero che sia mai esistito".
(fonte; internet)